Intervista CAMILLA FABBRI - REFERENTE COMMISSIONE RIABILITAZIONE AIOP ER

25 febbraio 2025

Intervista CAMILLA FABBRI - REFERENTE COMMISSIONE RIABILITAZIONE AIOP ER

INTERVISTA CAMILLA FABBRI - REFERENTE COMMISSIONE RIABILITAZIONE AIOP ER

Quale è in generale in Emilia-Romagna il livello di tecnologia quando si parla di riabilitazione?

L’investimento in tecnologia in campo riabilitativo posiziona la Regione Emilia -Romagna tra quelle che possono essere definite eccellenze, un sistema avanzato in cui le tecnologie avanzate impiegano un patrimonio professionale di valore.

Si può parlare di eccellenza in questo campo nella nostra Regione?

La rete della alta specialità risulta essere ben disegnata, frutto della collaborazione tra una politica seria e lungimirante e la presenza di un privato accreditato efficiente e diffuso.

L’eccellenza non è un concetto astratto, da un lato il costante investimento in tecnologia, in attrezzature e mezzi all’avanguardia dall’altro in formazione rivolta al personale perché possa garantire sempre più elevati livelli di cura e di assistenza con un impegno straordinario dei professionisti coinvolti.

In campo riabilitativo quali sono gli aspetti su cui lavorare ed implementare per il 2025?

In questo contesto c’è una crisi di prospettiva della sanità in generale. Nonostante sia riconosciuta la qualità del servizio sanitario regionale la mancata crescita del fondo sanitario impatta pesantemente sulla capacità di rispondere alla crescente domanda di salute dei cittadini, con bisogni nuovi, emergenti, non ultimo in tema di salute mentale.

Veniamo da anni difficili che hanno fatto emergere evidenti contraddizioni, l’aumento del bisogno di assistenza e parallelamente la scarsità di risorse destinate, la crescita costante dei costi di gestione che inibisce e rende più complesso il tentativo di offrire una elevata qualità nonostante Il sistema emiliano romagnolo sia attrattivo nei confronti dei pazienti provenienti dalle altre Regioni.

In questo scenario nei prossimi mesi l’impegno comune dovrebbe consentire di definire la revisione delle tariffe tale da assorbire in parte l’impatto dell’aumento dei costi e dall’altro liberare risorse per continuare ad investire in tecnologia e capitale umano.

Una “sola sanità”: i cittadini hanno chiaro il concetto che privato accreditato e pubblico sono due facce della stessa medaglia?

È necessaria su questo una rivoluzione culturale. È un dibattito dal quale non ci si può sottrarre perché non dobbiamo chiederci se i cittadini capiscono la differenza tra pubblico e privato accreditato, dobbiamo chiederci se i cittadini hanno nei tempi giusti e con la giusta qualità la risposta in tema di salute

I sistemi lavorano all’interno di una cornice contrattuale ben definita, che ha regole chiare ed un sistema di verifica e controllo puntuale.

L’auspicio è che ci possa essere più condivisione nella programmazione e nella partecipazione alle scelte rispetto agli ambiti di intervento, nel consolidamento dei servizi nel rapporto ospedale-territorio, perchè il sistema pubblico possa crescere anche attraverso l’utilizzo delle competenze del privato accreditato che, seppur integrato, venga vissuto sempre più come strumento al servizio della sanità pubblica e della comunità.