Niente truffa a Stato e Ausl Romagna: Sol et Salus vince anche in appello, confermata assoluzione
14 giugno 2024
Niente truffa a Stato e Ausl Romagna: Sol et Salus vince anche in appello, confermata assoluzione.
Sol et Salus, non fu truffa a danno di stato e Ausl per il ricovero.
Dopo l’assoluzione in primo grado, disposta nel luglio di due anni fa, arriva anche quella in Appello. I vertici della Sol et Salus, ospedale privato accreditato del territorio riminese, erano a processo per truffa aggravata e reiterata nei confronti del Sistema Sanitario Nazionale e dell’Ausl Romagna, per fatti risalenti al periodo 2007-2012 sui quali indagò la Guardia di Finanza. Secondo il teorema accusatorio, nella clinica venivano ricoverate persone da fuori Provincia e fuori Regione e sottoposte a terapie riabilitative intensive, invece di terapie estensive di mantenimento che potevano essere praticate a casa o in ambulatorio. Ricoveri che poi venivano rimborsati dall’Ausl. Ciò aveva fatto fruttare alla Sol et Salus un profitto di oltre 6 milioni: somme che erano state prima sequestrate, poi dissequestrate a seguito del verdetto di primo grado. La Corte dei Conti aveva inoltre in appello annullato il risarcimento di 6 milioni disposto in primo grado dalla sezione regionale dello stesso organo di controllo statale, ravvisando l’inesistenza di responsabilità amministrativa in capo alla clinica o ai suoi dirigenti. I legali Gian Paolo Colosimo del Foro di Rimini e Marco Martines del foro di Forlì sottolineano che l’assoluzione attesti il fatto che la Sol et Salus “abbia, come sempre nella propria storica attività aziendale nella sanità privata, operato nell’assoluta legalità e trasparenza, avendo nella specie comunicato agli enti pubblici controllori, all’atto di fatturazione di ciascun episodio contestato, informazioni veridiche e allineate sulle tariffe realmente vigenti e dunque dovute quale remunerazione per l’attività riabilitativa prestata, garantendo un flusso di trasmissione di dati certi e inconfutabili”. L’avvocato Colosimo specifica “che la motivazione della sentenza assolutoria, correttamente espressa nei termini per cui il fatto non sussiste, certifica nitidamente che mai vi è stata alcuna alterazione della realtà da parte della società assistita, né inganni, poiché le informazioni fornite dall’ospedale privato accreditato alle controparti Ausl e Regione, erano sempre sostanzialmente e formalmente corrette”.